16 Marzo 2025 7:54

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Diario di Bordo 2: uscita in barca a vela con Càpita

Un testo di Valter Nicoletti … tutto da leggere

In verità il diario di questa giornata era già stato abolito, l’uscita in barca del 29 maggio è stata da dimenticare, figuriamoci scriverci…
Ma al rientro, ancora a bordo mentre stiamo ormeggiando in darsena, Dario (componente dell’equipaggio) mi sfida di fioretto ma sempre sfida è!
Dicendomi: “Chissà cosa scrivi di questa giornata? Mi sa tanto che stavolta non scrivi niente” e lascia finire così la conversazione.
A questo punto, posso sottrarmi? Certo che no! E allora incominciamo a descrivere la giornata del 29 maggio.
Una gran bella giornata di sole. Insperata viste le previsioni che davano nuvoloso tutto il giorno.
Già questa un’ottima cosa, in più c’è poco o niente vento.
Male per i velisti bravi, ci si diverte poco, dicono loro… Tutto grasso che cola, per quelli scarsi come me.
La barca ti perdona qualunque sbaglio è meno nervosa e meno impegnativa.
Puoi ammirare il passaggio di un gabbiano, si è più rilassati, se non si è in regata te la puoi proprio godere alla grande.
Usciamo dalla darsena a motore, prendiamo il canale d’uscita, il mare è una tavola d’olio.
Sono al timone e già mi sento al settimo cielo. Si ma solo per un attimo, inaspettatamente lo Skipper di sorpresa a bruciapelo a tradimento, insomma proprio quando uno non se l’aspetta esordisce dicendomi così:
” Visto che non c’è vento e sembri tranquillo ora io ti indico una scotta, una drizza e tu mi dici a cosa serve, e vediamo se stavolta hai studiato”.
Dal paradiso all’inferno in un secondo, mi ritrovo con il cervello in panne e l’ansia da prestazione fa il resto. Panico, non capisco più niente. Butto là, alcune risposte disarmanti, spero in un disperato aiuto dall’equipaggio, ma è sotto l’occhio vigile dello skipper e nessuno osa nemmeno accennare un suggerimento.
E sì che quella drizza indicata, quella per issare il gennaker, è stata usata proprio nell’uscita precedente, le scotte son sempre quelle, ma niente, vuoto totale.
Vedo solo funi del tutto estranee, come se all’improvviso di nascosto fossero comparse a bordo. Ma evidentemente non è così, scherzi di un cervello in panne…
Poi, forse la scotta della randa la indovino, ma la borosa mi rimette in buca. Tanto ormai mi rendo conto che non ha più senso tentare di rimediare, siamo ormai fuori tempo massimo.
Bocciato e pure con disonore…
Sia ben chiaro, l’equipaggio non infierisce e lo skipper pure. Forse mi vogliono troppo bene, forse è solo solidarietà da branco…
Ma la triste realtà è che ho toppato. Come succedeva in quelle interrogazioni alle superiori, veramente disastrose, quando anche al professore cadevano le braccia davanti a tanta insufficienza. Ma lo sapevi che avevi azzardato, che non avevi aperto nemmeno una pagina del libro. Speravi nella buona sorte. Ma evidentemente ti aveva tradito.
Eri però un giovane adolescente, avevi più scusanti: quella materia magari manco ti interessava. La ragazzina, quella bella del primo banco, finalmente ti aveva filato, non potevi certo perdere l’occasione.
Ma questa giornata in barca non ti è stata obbligato da nessuno. Ci sei uscito perché è una cosa che ti piace fare e pure tanto, mica avresti fatto 150 km per andare e altri 150 per tornare se la cosa non fosse di tuo gradimento. Quindi, non ci sono scusanti…

E allora che fai? Ti incazzi! Non lo vorresti mica. Ma ti incazzi. Con te stesso, perché hai deluso lo skipper, l’equipaggio, per giunta sempre pronti a spiegare e insegnare ciò che sanno. Non se la meritano una débâcle di tale dimensioni. Meglio abdicare per questa giornata. Non tutte le ciambelle riescono con il buco…
Magari capiterà anche a qualcuno di voi, prima o poi… Speriamo di no. Ma certamente se capiterà dopo aver letto queste righe la sofferenza sarà minore.
Racconto di un’uscita in barca a vela, forse un po’ meno felice del solito, anzi sicuramente meno felice. Ma che valeva la pena raccontare.
Ciao Dario, che dici ho vinto la sfida? Buon vento…

Valter Nicoletti

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