Ma che ore sono?
Cerchiamo di capire.
A New York siamo rimasti un po’ di giorni ormeggiati per i necessari preparativi della traversata e ci siamo abituati a quel fuso orario.
Siamo partiti il 26 maggio ed abbiamo cadenzato i ritmi quotidiani (turni di guardia, pasti, …) con l’orario newyorkese.
Nel frattempo dalla base meteo in Italia ci aggiornano sulle indispensabili previsioni che riportano alti due orari di riferimento: quello di invio del messaggio del fuso italiano e quello UTC (fuso di riferimento internazionale corrispondente a Greenwich) del contenuto tecnico meteo marino.
I giorni trascorrono e cerchiamo di documentare con video e immagini quanto succede, scaricando i files ci accorgiamo che date e orari degli apparecchi video sono ancora differenti alimentando ulteriore simpatica confusione.
Percorriamo parecchie miglia e un altro orario si inserisce nella confusione: ci troviamo in una fascia geografica che è per noi un nuovo fuso orario!
Siamo così a 7-8 orari differenti e non avendo alcun punto di riferimento scandito da telegiornali, orari di lavoro, campanelle scolastiche o altro, siamo in balia di un trascorrere delle ore inconsueto, stravagante che suscita spesso simpatiche discussioni.
Rimangono i ferrei turni di guardia a regolare i ritmi a bordo, il levarsi e calar del sole…. ma se nei primi giorni di navigazione alle 4 di mattina (orario newyorkese) la notte scura imperversava, all’approcciare le Azzorre alle 4 (è rimasto sempre il riferimento newyorkese) il sole è splendente già da qualche ora.
“Quando prepariamo gli spaghetti con il marlin?” “Per le 8… no per le 6 … meglio le 5 ….”
“Facciamo tra un’ora senza precisare che ore sono così ce li gustiamo tutti insieme questi fantastici spaghetti”.
Con la breve tappa a Horta abbiamo programmato di ristabilire un po’ di ordine temporale ….. vedremo quale.