Vi proponiamo un ulteriore testo scritto da Andrea Scagnellato, assiduo frequentatore delle iniziative SeaAll in mare e a terra … buona lettura.
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Il mio skipper è diverso

C’è stato un periodo, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, in cui la vela improvvisamente diventò uno sport popolare anche in Italia, complici i cospicui investimenti che alcuni famosi leader della finanza italiana impiegarono pur di non sfigurare nelle manifestazioni velistiche più blasonate a livello mondiale come la Coppa America. Imparammo a conoscere qualche termine tecnico durante le telecronache sportive e, tra i tanti protagonisti del tempo, al comando di Azzurra (armatore un certo Gianni Agnelli), lo skipper italiano Cino Ricci. Quasi dieci anni più tardi fu la volta di Paul Cayard, altro storico skipper che guidò l’equipaggio del Moro di Venezia di Raul Gardini. Personaggi che nelle interviste apparivano con un’aria così consapevolmente affascinante e con fisici così tonici e potenti da far invidia a culturisti e playboys. Per non parlare delle linee di abiti tecnici firmati che, complici le ospitate televisive, questi contribuirono a promuovere in tutto il mondo. Al di là delle imprese sportive, un affare miliardario per molti.

Ma stiamo parlando di leggende del passato.
Il mio skipper no.
Il mio skipper è diverso.
Lo so, sembra quasi uno slogan pubblicitario, ma non lo è. A lui non interessano gli affari miliardari. Non interessano gli abiti firmati. Non interessa apparire in tv. Non interessa spaccarsi in due per mettere in mostra un fisico olimpionico. Insomma, lui è uno che non se la tira. Lui bada al sodo. A lui interessa solamente condividere il più possibile la sua conoscenza, a piccole dosi magari. A lui interessano “obiettivi più alti”, come gli ho sentito dire più volte. Lo dice la storia dell’associazione sportiva Tiliaventum _ di cui lui è presidente _, improntata, attraverso il progetto Sea4All, all’inclusione di persone che fino a qualche anno fa non avrebbero potuto godere delle attività marine in alcun modo. E lo fa gratuitamente, senza risparmio di risorse personali in termini di tempo, e non solo. L’unico vezzo sono i suoi multicolori occhiali da sole. Multicolori sono anche le sue espressioni quando capita di non assolvere correttamente ai compiti che lui ti assegna. Sono un marchio di fabbrica, frutto di anni e anni di esperienza e di stimoli creativi che solo i neofiti maldestri come me gli sanno dare. Lui vede e sente tutto, pronto a intervenire e a risolvere in una frazione di secondo, come un cobra che morde la sua preda, quando a qualcuno succede di sbagliare. Non te ne lascia passare una. E ha ragione. Perché non ci si improvvisa quando sei su una barca in mezzo al mare. Il mio skipper è diverso, perché lui non è uno che ti dà molte soddisfazioni, perché se ti crogioli su un apprezzamento è la volta che prendi le cose sottogamba e poi sbagli. Ci vuole concentrazione, ragionamento, altrimenti ti freghi. Le uniche volte che al mio skipper capita di darti ragione sono quando ammetti di aver sbagliato o quando ti dai del cazzone da solo. E non te lo dice, annuisce soltanto, tanto perché tu non ti debba allargare troppo. E se anche hai fatto le cose in modo perfetto, lui trova sempre il modo di correggerti, fosse anche di una frazione di millimetro. Perché lui è lo skipper, e lo skipper ha sempre ragione. Non esiste democrazia quando sei su una barca. Gli ordini sono ordini. Le regole sono regole. Eseguire a dovere e basta. Altrimenti sarebbe il caos, vigerebbe l’anarchia. Il mio skipper è diverso, perché se dopo un po’ che vai per mare non hai ancora acquisito certi meccanismi, la colpa non è sua, ma sei tu che sei un coglione.
Il mio skipper è diverso, perché passa da un attacco d’ira a una calma apparente, pronto a morderti le caviglie nel momento in cui ti rilassi.
Il mio skipper ti legge nel pensiero, perché ancora prima che tu abbia sbagliato, lui ti ha già corretto. E se anche tu ti accorgi di aver sbagliato e cerchi di rimediare in fretta, lui non te la fa passare liscia, ti sei già guadagnato una bestemmia in croato che vale più di ogni altra spiegazione. Perché la tua non è ignoranza, ma un colpevole deficit di concentrazione. Perché a sbagliare si impara solo se qualcuno te lo fa notare. E attenzione, quando credi di aver già acquisito una certa sicurezza, lui ti insinua il dubbio, ti mette alla prova. E guai se mostri anche il benché minimo cedimento o incertezza su cose già provate più e più volte, allora non servono tanti giri di parole, lui ha l’eloquenza del calendario recitato con tutti i suoi santi, lo conosce a memoria, se occorre sa anche quando cade il tuo onomastico. Lui ti ha già pesato, ti ha già capito, ha già previsto ogni tua mossa, conosce i tuoi pregi, soprattutto i tuoi difetti.
Il mio skipper è diverso perché la sua, nei tuoi confronti, è quasi un’educazione siberiana, non ha atteggiamenti indulgenti, perché quando si è a bordo di una barca ci vogliono soltanto disciplina, estrema attenzione, massima concentrazione, piena sinergia con i compagni. E se tutto questo non vi sembra sufficiente, allora ribadirò quanto ho già detto: il mio skipper è diverso.
Perché dopo essere tornati da un’uscita in mare e dopo averti massacrato a dovere, ti coccola, scombinando tutte le carte in tavola, facendoti sentire parte di una grande famiglia, parte di un abbraccio collettivo che solo Tiliaventum sa darti. E se sei uno che non dà mai nulla per scontato nella vita, allora capisci l’importanza di avere una guida come lui, capisci quanto è importante dargli sostegno, per il bene di tutti e della stessa Associazione.
Il mio skipper è diverso.
Maniacalmente professionale, e allo stesso tempo ricco di straripante umanità, generosità e lungimiranza come pochi.

Andrea Scagnellato