Riceviamo e condividiamo Pensieri al vento … della prima Barcolana di ValterLA MIA PRIMA BARCOLANA.

A chi non piacerebbe partecipare alla Barcolana in quel di Trieste?

A chi non piacerebbe andare sulla luna? Già a chi?

Poi però si torna con i piedi per terra e si realizza che probabilmente rimarrà solo un sogno. Poi, un giorno per caso, incontri Daniele, Presidente di Tiliaventum (www.tiliaventum.com) che ti dice: “ Ti piacerebbe partecipare alla Barcolana?”. Che si può rispondere? “Chiaro che sì! E il sogno in un secondo si realizza”.

La vita riserva sempre delle sorprese, a volte molto belle…

Il giorno della Barcolana:

Sveglia alle h 4.00 del mattino, parto da Padova, mica posso arrivare in ritardo!
Alle 4,50 sono già al casello autostradale, due navigatori satellitari già impostati e attivi. Si lo so,devo andare a Trieste, non su Marte ma non si sa mai. Ed infatti, in prossimità di Muggia sede della darsena, un navigatore perde il segnale e mi abbandona, ma l’altro è più bravo e mi porta sano e salvo direttamente in darsena. Giunto all’entrata della Darsena ritorna il segnale, così entro con due navigatori satellitari che mi confermano di aver raggiunto le destinazione.

Ore 7.45, perfetto.
A quest’ora (per me alba, di solito mi sveglio sulle 9.00 del mattino, che per me è pure prestino, vecchio retaggio di un giornale quotidiano nel quale lavoravo) incontro strani esseri per così dire frizzantini che parlano di fiocco grasso, del fatto che non ci sia vento,di Vele performanti fatte da un artigiano così il boma non soffre, almeno questo mi sembra d’aver capito. Usano termini più complicati di quelli usati dal mio commercialista. Strana gente i velisti!

Saliamo a bordo della Wine&Spirits IY12.98, ma il motore non parte. PANICO! Come usciamo dalla darsena? Poi un gran genio con un cacciavite e un filo elettrico spellato fa ponte con le batterie e il motore si avvia. Prima però spellando il filo elettrico l’armatore si fa un bel taglio alla mano e ci inonda di sangue. Tutto rientra,la mano viene fasciata da una buona samaritana, anche se con la fasciatura è come nuova. Si parte.
Non sono certo del motivo, ma sentivo che mi avrebbe aspettato una giornata alquanto particolare!
Arrivando verso la Linea di partenza troviamo una moltitudine di barche a vela intorno a noi.
Tutti allertati!
Parabordi a dritta poi a sinistra che ci vengono addosso, “guarda questo che non ci da Acqua”.
“Acqua?” penso io, siamo in mezzo al mare più acqua di così?
Più si avvicina il momento della partenza, più siamo nervosi. Si cambiano le tattiche di regata, il vento cambia in continuazioni e bisogna assecondarlo. Il vento? Mi ritrovo a pensare ma quale vento, il fumo del sigaro dell’ armatore sale dritto che più dritto non si può, non si muove una paglia! Alla fine sono nervoso pure io, guardo le altre barche con spirito agonistico devono stare dietro alla nostra, e basta!
Agonismo da gara. Sono teso, allarmato per la partenza e non so il perché…

Si parte. Tutto un fremito, “via a cazzare”, “devi poggiare”, “cambiamo il fiocco”, “calcola vento reale e vento apparente”… medito tra me e me: “ma il vento non c’è e siamo fermi!”
E poi chissà come, arriviamo alla prima boa e qui si rianima tutto.
Attorno a me sentivo discorsi strani…”Strategia… La prendiamo sotto vento con quella barca che ci copre sto Coglio……” ” No, meglio sopravento” “ Ma questo ci stringe via con i parabordi, C…..o mi rovina tuta la barca!!” “Attento ai filini che perdiamo brio…” Porco qua, porco là, “ma non posso poggiare più di così che ci fermiamo”.

Tra una virata e un’altra, cercando la corretta regolazione delle drizze, portando il punto di scotta della vela di prua, avanzato in modo che la vela sia più potente, e infinite altre diavolerie, che ora non ricordo più, siamo arrivati alla meta (traguardo, ndr), quando ormai avevo perduto ogni speranza.

Tornati in darsena l’armatore Fabio, dopo avermi ospitato, dissetato con buon vino e nutrito se possibile ancora meglio, mi offre un ottimo Toscano Extra vecchio da fumare insieme.

Quando la giornata volgeva al termine e giunse il momento dei saluti, l’armatore si avvicina a me e mi dice: “Grazie di tutto”

Vi rendete conto???? Lui dice a me grazie di tutto!

Gente strana i velisti, ma questo già l’ho scritto.
L’anno prossimo cascasse il mondo io ci torno, sicuro che ci torno!

Valter Nicoletti